lunedì 20 luglio 2009

L'iperuranio non abita qui


La foga con cui ci si arrabatta nel tentativo di demolire le idee altrui,i programmi altrui,comunque tutto quello

che non fa parte delle proprie progettualità,farebbe dire al benpensante che altrove le idee buone,i

buoni programmi ci sono e sempre a costo inferiore,con più razionalità,accontentando tutti,cosicchè sparirebbero

tutte le proteste degli esclusi perché di esclusi non ce ne sarebbero,tutti avrebbero ciò di cui hanno

bisogno e tutti vivrebbero felici e contenti.

Va da se che questa è una forzatura voluta,nessuna persona puo pensare veramente ad un modello di

società perfetta,dove non vi siano diseguaglianze di nessun tipo;qualunque opera ingenieristica,

,qualunque

tentativo di razionalismo urbano,qualsiasi modello di servizio sociale si possa immaginare,contiene già alla

nascita il germe del"io lo avrei fatto meglio"ed è giusto che sia cosi,perchè la mente umana non è

univoca ,e grazie proprio a questo patrimonio mentale che il progresso ha potuto galoppare negli

ultimi secoli.

Considerazioni che già preuccupavano i nostri lontani progenitori greci,infatti ,di fronte all'impossibilità

di creare la città perfetta a cui la filosofia urbanistica anelava,il sommo filosofo Socrate,ma ancor più

il suo allievo Platone ne immaginò una utopica perfetta sotto tutti i punti di vista,con dignità esisten-

ziale ma...(e qui stà la quadratura del cerchio),ubicata oltre la volta celeste,quindi irraggiungibile.

Questa città immaginaria,chiamata appunto "iperuranio"(oltre il cielo),era pregna di idee brillanti

soluzioni perfette per qualsiasi problema ,perfetti equilibri sociali;a questi si ispiravano poi i governi

nella città reale per predisporre i servizi al popolo,senza mai eguagliarli ovviamente perché reali e non

utopistici come la fonte d'ispirazione,in pratica gli antichi greci avevano risolto il problema delle contro-

versie politiche demandando la perfezione in altro loco e quindi consapevoli che l'idea perfetta non è

patrimonio di nessuno se non dell'iperuranio o dell'utopia che di quello è figlia.

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